Il buco dell'ozono quest'anno è tre volte il Brasile, cinquanta volte la Francia. Ma gli scienziati sono ottimisti per il futuro
Quest'anno il buco dell'ozono ha raggiunto un picco di ventisei milioni di chilometriquadrati. Più o meno tre volte il Brasile. Cinquanta volte la Francia. Malgrado questi numeri perògli scienziati prevedono che entro il 2050 il buco dell'ozono, grazie al lavoro delle varie istituzioniinternazionali, tornerà su valori normali.
Il buco dell'ozono è tre volte più esteso del Brasile. Cinquanta volte la superficie della Francia. Ventisei milioni di chilometri quadrati: questa l'estensione registrata nell'ultima misurazione del satellite Sentinel-5P, una delle sentinelle della Terra del programma Copernicus di Esa e Commissione Europea. Il satellite è stato lanciato nell'ottobre del 2017 proprio col compito di monitorare e studiare la nostra atmosfera. Per il buco dell'ozono non si tratta, comunque, di un record. L'estensione attuale infatti è al decimo posto nella classifica, se così la vogliamo definire, delle misurazioni degli ultimi 44 anni. Il record fu toccato nel 2000 quando il buco dell'ozono sfiorò i 30 milioni quadrati fermandosi a 29,9 milioni quadrati di superficie.
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"Il buco dell'ozono del 2023 è iniziato presto ed è cresciuto rapidamente da metà agosto",
spiega Antje Inness, ricercatore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service. "Il 16
settembre - dice -ha raggiunto una dimensione di oltre 26 milioni di chilometri quadrati,
diventando così uno dei buchi dell'ozono più grandi mai registrati".
Ma cos'è il buco dell'ozono?
Il cosiddetto buco del'ozono, che gli scienziati chiamano col termine un po' più tecnico di "ozone
depleting area", in realtà non è un vero e proprio buco ma con questa definizione comunque si
indica la riduzione dell'ozono stratosferico che si è iniziata a notare e registrare dagli anni '70 e
'80 e che gli scienziati hanno collegato anche all'emissione di gas inquinanti prodotti dalle
attività umane. Una riduzione pericolosa perché lo strato di ozono è fondamentale per
intercettare e fermare le radiazioni letali che ostacolerebbero la vita sulla Terra.
Quando si parla di buco dell'ozono in genere si fa riferimento alla riduzione particolarmente più
rilevante che avviene nelle regioni polari terrestri. Le dimensioni del buco dell'ozono non sono
fisse. L'estensione, nel tempo, varia e segue un ritmo che, secondo gli esperti, è più o meno
regolare e che raggiunge il suo picco tra metà settembre e metà ottobre. Poi, quando le
temperature nella stratosfera iniziano ad aumentare nell'emisfero meridionale, la riduzione di
ozono inizia a rallentare e si indebolisce fino a dicembre quando i valori poi rientrano nella
normalità.
L'eruzione del vulcano Hunga Tonga
Quest'anno, a causa dell'eruzione del vulcano Hunga-Tonga che ha portato una gran quantità di
vapore acqueo negli strati più elevati dell'atmosfera, il buco dell'ozono si è aperto in anticipo.
Secondo Inness "il vapore acqueo potrebbe avere rafforzato la formazione delle nubi
stratosferiche polari, dove i clorofluorocarburi possono accelerare la riduzione dello strato di
ozono" e "la presenza del vapore acqueo può anche contribuire al raffreddamento della
stratosfera antartica, migliorando ulteriormente la formazione di queste zolle stratosferiche
polari e dando luogo a un vortice polare più robusto".
Buco dell'ozono, quando si tornerà alla normalità? Gli scienziati sono ottimisti per il futuro
Secondo il responsabile della missione dell’ESA per Copernicus Sentinel-5P, Claus Zehner, con la
"diminuzione delle sostanze antropogeniche che riducono lo strato di ozono" dopo il cosiddetto
Protocollo di Montreal del 1987 "gli scienziati attualmente prevedono che lo strato di ozono
globale raggiungerà nuovamente il suo stato normale intorno al 2050”.